Il codice italiano di procedura penale non contiene alcuna disciplina delle indagini effettuate con l’ausilio di malwares del tipo “cavallo di Troia†installati in un dispositivo elettronico come uno smartphone o un tablet. Questo articolo spiega in quali casi, e a quali condizioni, atti investigativi di questo genere possono essere ugualmente considerati ammissibili secondo la legge processuale italiana, e illustra i contenuti dei principali progetti di riforma concernenti questa materia che sono attualmente in discussione nel Parlamento italiano.