Processo penale e prescrizione nel quadro della giurisprudenza europea. Dialogo tra sistemi o conflitto identitario?

Revista Brasileira de Direito Processual Penal

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ISSN: 2525510X
Editor Chefe: Vinicius Gomes de Vasconcellos
Início Publicação: 30/06/2015
Periodicidade: Quadrimestral
Área de Estudo: Direito

Processo penale e prescrizione nel quadro della giurisprudenza europea. Dialogo tra sistemi o conflitto identitario?

Ano: 2017 | Volume: 3 | Número: 3
Autores: Michele Caianiello
Autor Correspondente: Michele Caianiello | [email protected]

Palavras-chave: Diritto penale europeo; Legalità; Prescrizione; Processo penale

Resumos Cadastrados

Resumo Inglês:

The interaction between European sources and national pro- visions have increased the level of uncertainty with regard to the nature of time limitation in criminal law in the Italian system. With decision no. 24/2017 the Italian Constitutional Court showed the intent to start a dialogue with the European Court of Justice, after the well-known 2015 Taricco decision. However, in referring the case to the ECJ for a prelim- inary ruling, Italian Court threatened to make use of the “counterlimits” doctrine. It emerged therefore how difficult the cohabitation is between EU law and Italian criminal law. With decision no. 24/2017 the prob- lems raised by Taricco saga were just postponed, though they are far from being resolved. It seems difficult at the current time to understand how certain sensitive features of the Italian criminal justice system, repre- sentative of its identity, such as the time limitation provisions, could be harmonised with the supranational set of rules coming from the EU law.



Resumo Italiano

Precarietà e incertezza sembrano affliggere, nei tempi recenti, la prescrizione del reato, quando la si osservi da una prospettiva sovranazionale o comparata. Sullo sfondo, si pone il problema della tenuta del nostro sistema nel suo complesso, e persino della sua identità, come l’abbiamo concepita e tramandata di generazione in generazione. Con l’ordinanza n. 24 del 2017, la Corte costituzionale, sollevando una nuova questione pregiudiziale, mostra l’intento di non consumare una rottura del dialogo con l’ordinamento UE, limitandosi a paventare il rischio di ricorrere ai controlimiti, senza effettivamente porli in essere. Tuttavia, il provvedimento appare criticabile per alcuni argomenti utilizzati, e per la posizione assunta, che sembra lasciare poco spazio per specificazioni e aggiustamenti alla Corte di giustizia. La decisione, infatti, pur mostrando formalmente apertura a un confronto con la Corte di giustizia, tende a proporre in realtà una divisione tra mondi opposti e inconciliabili: di qua il diritto italiano, con la sua tradizione irrinunciabile; di là quello europeo, al quale formalmente si mostra deferenza (purché non si ingerisca in questioni vitali). Sembra il piano per una sorta di convivenza da separati, che certo ha il pregio di guadagnare tempo. Tuttavia, non si intravvede, nel ragionamento condotto, alcuna strada per raggiungere, o almeno per intraprendere il cammino verso una integrazione reale degli ordinamenti: è questo, in realtà, il nodo che, se non affrontato adesso, tenderà a riproporsi in successive occasioni.